DORIANO GALLI, PIONIERE DELLE
UNIONI CIVILI OMOSESSUALI
di Franco
Di Matteo
Che un diritto rimanga sulla
carta è inconcepibile; eppure la compagine politica di centro-sinistra a cui
appartiene l’onorevole Grillini, ha il vizietto di estorcere la fiducia agli
elettori promettendo diritti che poi rimangono pura astrazione ma danno a chi
li promulga la possibilità di farsi belli.
Al riguardo, Roma detiene la
palma della malafede; la legge 328 sulle politiche sociale del gennaio 2000,
emanata come coronamento del governo d’Alema, e detta “legge Turco” dalla
allora ministra della Solidarietà Sociale Livia Turco che la emanò nel 2000, è
finita nelle sgrinfie dell’assessora del partito della Margherita Raffaella
Milano, che ovviamente si guarda bene dall’applicarla, optando per dei
pietistici surrogati, vedi il cosiddetto “privato sociale” carrozzone
clientelare di ambito cattolico, che consentono al politico di sinistra di
turno, in questo caso Walter Veltroni, di accaparrarsi la poltrona, in barba al
suo originale elettore, abbindolato con la promessa di garanzie di diritto, che
poi, una volta ottenuto il voto, viene sistematicamente escluso, tanto di
“fasce deboli”, alle quali estorcere in futuro un voto con il miraggio del diritto,
se ne troveranno sempre. Ed è questa la vergognosa ‘cultura’ che muove le
scelte dell’onorevole Franco Grillini, il quale, continua a promettere ai suoi
elettori diritti che rimangono sulla carta.
La riprova la si è avuta
qualche settimana fa, quando il Messaggero ha pubblicato l’annuncio che Doriano
Galli, il 30 giugno, avrebbe richiesto al Tribunale civile di Roma un atto
notarile di convivenza, avvalendosi di una legge in vigore dal 1937, di cui ha
usufruito già nel lontano 1981. La cosa non è andata giù all’onorevole
Grillini, che in un comunicato ha definito, tramite un legale, l’iniziativa di
Doriano Galli ‘una bufala’.
Il giorno trenta, l’atto non
è stato ratificato per l’opposizione della cancelliera Dionette, che ha
asserito che la convivenza ‘more uxorio’ tra persone dello stesso sesso, lei
non poteva accettarla.
Il primo luglio il Corriere
della Sera pubblica l’articolo nel quale il reato di omissione d’atti d’ufficio
della Dionette, veniva avallato dall’esponente di Alleanza Nazionale che ha
grottescamente confuso delle presunte ‘nozze gay’ con un semplice atto notorio.
Questi due personaggi, non volendo, hanno avvalorato la congruenza legale
dell’atto di Doriano Galli, che perciò risulta tutt’altro che una bufala.
Sarebbe stato auspicabile,
che almeno in questo frangente l’onorevole Grillini avesse espresso solidarietà
a Doriano Galli, invece niente, grandi esaltazioni per Zapatero, ma in Italia,
la legge che dovrebbe vedere la luce tramite il prossimo cartello elettorale
Prodi-Fassino, deve avere un determinato marchio, e non ci si fa sfiorare
dall’idea che la politica delle promesse e delle infingardaggini è finita.
I diritti, tra l’altro, al di
là della legge del \1937, esistono di già, e sono quelli della Costituzione, ma
qui si vuole ancora una volta ricreare il solluchero della promessa,
altrimenti, i D.S., a cosa stanno a fare?
Luglio 2005
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