Un modo di vedere, quello di Pezzana risalente a 20 anni fa, e che è ancora oggi condivisibile da moltissime persone, gay ed etero. Quegli stessi etero che oggi più che mai e a stragrande maggioranza , ribadiscono il loro no al matrimonio ma soprattutto alle adozioni gay. E' questa la questione da risolvere.
PEZZANA: perché fare quelle
mascherate ?
di Manuela Regoli
Roma – Gay festosi.
Scandalosi gay. Provocazioni bollate come immorali dal cardinal Giordano,
vescovo di Napoli, all’indomani della manifestazione dell’” orgoglio
omosessuale”. E’ una settimana fa la stessa censura è arrivata dagli abitanti
della romana Campo de’ Fiori, teatro di un concerto per affermare, anche
questo, l’orgoglio gay.
Omosessualità deve per forza
far rima con volgarità? Leopoldo Mastelloni, attore en travestì, omosessuale
orgoglioso ante litteram, indignato, rifiuta ogni commento e si trincera dietro
un sibillino: “Preferisco non rispondere perché sarebbe come dare voce alle
voci di chi non dovrebbe avere voce” Boh!
Angelo Pezzana, fondatore del
Fuori nei primi anni ’70, autore di Una autobiografia omosessuale da poco in
libreria, è lapidario: “Omosessualità fa spesso rima con volgarità e nel caso
della manifestazione di Napoli, pure con stupidità”.
Lei ha fatto della provocazione politica uno strumento
per ottenere quella che agli inizi degli anni ’70 si chiamava ancora “liberazione degli omosessuali” e adesso
bolla come cretini quelli che manifestano?
“Io dico che Grillini,
promotore della manifestazione napoletana, non è intelligente. Queste
mascherate andavano bene ed erano provocatorie venticinque anni fa”.
Cos’è il suo, un ritorno di
fiamma per Oscar Wilde, la clandestinità e “L’amore che non osa dire il suo
nome”?
“Quella può avere il fascino
dell’antico. Voglio dire che rifare le cose vecchie è da stupidi e il risultato
non può che essere volgare. Che senso ha voler dare un pugno nello stomaco a
tutti i costi? Scimmiottiamo gli americani e facciamo finta di non sapere che a
quella manifestazione c’erano diecimila partecipanti e solo una minoranza
sparuta era “mascherata”.
Rivendicazione dei diritti, visibilità. E’ tanto
difficile non oltrepassare la soglia della volgarità, del cattivo gusto?
“E’ la normalità
dell’omosessualità a dover essere resa visibile. Il discorso sulla visibilità è
molto bello e giusto, ma nulla ha a che fare con il travestitismo. Anche una
donna sarebbe volgare se andasse in giro per la città in calze a rete, boa di
struzzo e seno al vento. Quelli che erano alla manifestazione, poi, vivono
nella gran parte una normalità che è fatta di abiti gessati, grisaglia. Le
effusioni pubbliche danno fastidio anche se a pomiciare è una coppia
eterosessuale. Allora, mi chiedo, che senso ha voler infastidire il prossimo,
offenderlo, a tutti i costi?
I più infastiditi, nel caso di Napoli, sembrano essere
i militanti di destra. Il segretario del Msi Fiamma tricolore, ha definito la
manifestazione “squallido e obbrobrioso spettacolo”. An se la prende con
Bassolino affermando che la sua solidarietà agli omosessuali, la dice lunga su
di lui.
“Trovo che la cosa più bella
di tutta la manifestazione sia stata proprio la frase di Bassolino: l’amore non deve conoscere diversità. Il
resto, ribadisco, era volgarità e imbecillità”.
Nel suo libro se la prende con quella parte della
sinistra che accusa gli omosessuali di esibizionismo. Non sono le stesse
“colpe” che la spingono ora a condannare l’Arcigay?
“Ma no, poverini. Gli hanno
dato questa sorta di recintino in cui sfogarsi di tanto in tanto ed è sempre
meglio di niente. Quello di cui parlo nel mio libro è il fastidio che la
visibilità, il fare della propria condizione un momento rivendicativo,
disturbasse l’acquiescenza a cui ci aveva abituati la cultura eterosessuale”:
Lei ricorda spesso, come solo vent’anni fa, perfino il
termine omosessuale, fosse evitato. Quando non erano “pervertiti”i gay erano
“invertiti”, “diversi”, “finocchi” e pure qualcosa di peggio. C’è ancora
bisogno di agitarsi tanto?
“Una delle accuse che ci
muovono è, non a caso, l’isteria. Altro non è che una specie di arrabbiatura
mancata. Un fenomeno tipico di chi non ha potere. Come le donne. Ed anche per
questo trovo volgari e stupide le “mascherate”. Tentare di ridurre
l’omosessuale a una “femmina” fa parte proprio di quella cultura che ghettizza
donne e gay riducendoli allo stesso livello: un gradino al di sotto di sé”.
IL MESSAGGERO 2 LUGLIO 1996
d'accordo in tutto con Pezzana
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