guardate che "strana"
lettera, abbiamo ritrovato
sul n.13 gen/feb di lambda del 1979!
Siamo due compagni che stanno assieme da sette anni.
Molti gay ci dicono che la nostra è una situazione privilegiata, altri, invece, arricciano il naso e ci accusano di riproporre la coppia borghese ed eterosessuale, semplicemente perché stiamo insieme.
rassegna stampa del convegno tenutosi a bologna |
In questo caso, più che di confronti si può parlare tranquillamente di scontri a differenza dell’omosessuale solo, che si può facilmente relegare nei margini consentiti (ancora una volta cinemini e discoteche), una coppia omosessuale, dichiarata, occupa spazi non previsti e scombina quel nucleo basilare della società che è la famiglia, proponendo uno stare insieme diverso e inquietante. Una coppia gaia, che non voglia ricalcare gli schemi della coppia “normale” giustamente in crisi, deve inventare giorno per giorno il suo comportamento, specialmente se deve lavorare per vivere e quindi è obbligata a calarsi nella realtà dei colleghi di lavoro, degli amici, dei negozi dove fare la spesa e delle vicine di casa, che ti guardano sbattere le lenzuola (matrimoniali!). Non ci sono punti di riferimento, a parte le lunghe interminabili, discussioni con i compagni gay politicizzati o consci della loro situazione, o la preziosa amicizia con quelle donne coraggiose che devono inventarsi, anche loro, una vita fuori dagli schemi maschilisti.
Tutto questo non basta, e non basta, principalmente, la scarsa disponibilità degli omosessuali, per quello che ci riguarda, quelli non politicizzati sono assorbiti dal sesso, mentre gli altri rischiano di far sfociare nel fatalismo totale le loro difficoltà esistenziali.
Data questa situazione, noi rischiamo di condizionare i nostri rapporti con tutto il movimento: ci troviamo, infatti, sempre più spesso e sempre meglio, con persone eterosessuali (com’è brutta questa parola, ma un’altra non ce n’è?) in crisi, che vogliono discutersi/ci
Non siamo molto convinti che ciò sia una buona cosa: la condizione omosessuale ha ancora una specificità ben lungi dall’essere superata ed è per questo che vogliamo, nonostante tutto, stare con gli altri gay, discutere con loro, inventare nuovi modi per uscire dal ghetto.
Eravamo andati a Bologna anche per discutere della nostra situazione, della coppia omosessuale, del nostro disagio ma la frammentarietà degli interventi e la nostra timidezza ce lo hanno impedito.
Neppure siamo riusciti a metterci in contatto con altre coppie omosessuali per confrontare le nostre esperienze. Vorremmo allora, su questo giornale, lanciare una discussione sulla coppia omosessuale, o su altre forme di associazioni gaie (qualcuno a Bologna parlava di comuni gaie, come è andata a finire?). Vorremmo anche che qualche altra coppia omosessuale si mettesse in contatto con noi.
Ciao, abbracci Vittorio e William TRENTO –
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