http://www.radioradicale.it/scheda/54610/54676-il-circolo-di-cultura-omosessuale-mario-mieli-le-dark-room-e-laids-organizzata
Quello che segue è l'intervento di Andrea Pini in quel periodo Presidente del circolo (e autore nel 2011 di "Quando eravamo Froci" Saggiatore editore) e che mistificando la realtà, arriva a definire le dark room come dei luoghi dove le persone non arrivano ad avere dei rapporti sessuali completi!!! E poi aggiunge : gli omosessuali hanno, rispetto alla sessualità meno pruderì, rispetto alla massa media e quindi sono in grado magari di avere un mezzo rapporto sessuale, parliamo di masturbazione, tanto per essere concreti e per capirci. Possono avere un rapporto che termina con la masturbazione reciproca ad esempio, anche in un angolo buio di un locale notturno.
Vanni Piccolo:
Lascerei la parola ad Andrea
Pini sulla posizione del Circolo rispetto alle dark room
La nostra posizione del
Circolo è evidentemente una posizione di assoluta apertura e disponibilità.
Perché le dark sono un’espressione di un fenomeno di costume che sta
allargandosi e che sta cambiando. Vengono dal nord America e dal nord Europa.
Le dark room nei paesi anglosassoni sono esperienza ormai avviata, note da più
di un decennio. C’è stato un periodo di crisi dovuto proprio all’aids negli
anni 80. Decine e decine di locali con dark hanno chiuso nel nord Europa e in
America e in Italia si sono pochissimo sviluppate negli anni 80 proprio perché
in quegli anni c’era la cultura fortemente sessuofobica. Ricordiamo tutti i titoli dei giornali della
stampa, dei mass media negli anni 80 che parlavano di peste gay, di nuovo
cancro, di castigo divino. E attraverso quella campagna di stampa, è stata
fatta direi una perfida campagna contro la libertà sessuale. Si è usato l’aids
in quegli anni, in buona fede o in cattiva fede per cercare di contrastare
fenomeni di costume che stavano avvenendo nel senso della liberazione
dell’espressione anche della liberazione di espressione di minoranze quali gli
omosessuali. Ma non solo. Diciamo che gli anni 80 sono stati fortemente
repressori della sessualità in generale. Espressione della sessualità anche
sfruttando molto il discorso dell’aids, purtroppo. Noi abbiamo sempre lottato
fin dall’inizio contro questo atteggiamento. Abbiamo sempre considerato la
sessualità come un valore, come uno dei principi fondamentali per l’equilibrio
della natura umana. Di tutti: omosessuali ed eterosessuali. E abbiamo sempre
creduto che la sessualità andasse difesa, andasse protetta e che il discorso
dell’aids è un discorso che va fatto in maniera seria, in maniera approfondita.
Va affrontato in maniera particolareggiata
ma che non deve portare necessariamente alla condanna della sessualità.
Queste sono alcune posizioni che sono venute fuori questi anni. L’unico modo
per combattere l’aids è l’astinenza. Possono essere posizioni personali
individuali. E quindi quando sono scelte individuali noi le rispettiamo. Ma,
ripetiamo, sono scelte individuali. Non possiamo dimenticare che il 95% della
popolazione attiva, in Italia, non ha mai deciso di rinunciare alla sua
sessualità, per l’aids. Non ha mai deciso, non ha intenzione di deciderlo. E
questo è sotto gli occhi di tutti. Qualunque osservatore della realtà lo può
riscontrare e noi che siamo degli attenti osservatori della realtà omosessuale
da oltre 10 anni a Roma, lo possiamo testimoniare. E vero che le abitudini
sessuali sono cambiate ma sono cambiate nel senso della maggiore attenzione al
rischio. Quindi è aumentato tantissimo l’uso del preservativo. Sono diminuite
le cosiddette pratiche più rischiose, quelle cioè fatte in maniera da esporre il corpo ai liquidi
infettivi che sono poi il sangue e lo sperma, come oramai tutti sanno. Allora,
scusatemi questa premessa, ma mi sembrava necessaria. Allora la nostra
posizione nei confronti della sessualità come valore ha origine molto antiche,
ha origine dagli anni 70 e l’abbiamo sempre continuata a difendere in tutti
questi anni. Ora, ultimamente in questi paio d’anni, la paura dell’aids ha
cambiato un po’ aspetto. Non significa che non c’è più paura dell’aids ma forse
possiamo affermare che oggi c’è meno panico. C’è una paura più razionale, più
contenuta perché si conosce meglio il problema. Si capisce meglio quali sono i
mezzi d’infezione, quali sono quindi i mezzi di prevenzione. Tutte le posizioni
scientifiche al riguardo dicono con chiarezza che il preservativo rappresenta attualmente
il mezzo più sicuro, anzi l’unico mezzo di prevenzione reale. E che la sua
sicurezza è veramente molto elevata. Raggiunge il 98% quindi mi sembra
elevatissima. E che il rischio di contagio è legato esclusivamente ad un
cattivo uso del preservativo. Ecco perché noi abbiamo impostato la nostra
campagna sulla prevenzione non soltanto favorendo l’uso del preservativo e
diffondendo l’uso del preservativo ma cercando anche d’insegnare ad usarlo
bene. Perché il preservativo non funziona quando si rompe detto in maniera
molto concreta. Allora vanno aggiunte anche delle modalità per facilitarne
anche l’uso corretto. Allora ecco perché noi non ci vogliamo assolutamente far
spaventare dalla sessualità. Perché la sessualità può continuare e può
continuare in maniera positiva in maniera armonica per le persone che vogliono
viverla anche e nonostante l’aids. E dico di più. Può continuare nonostante
l’aids anche per le persone sieropositive.
Perché è importante
ricordarci che ci sono anche le persone sieropositive nel discorso della
sessualità. Noi difendiamo il diritto alla sessualità di chiunque, purché
protetta, purché con le dovute precauzioni. Allora partendo da questo
presupposto non ci spaventiamo assolutamente per il fatto che, nei locali
notturni possano in alcune occasioni, in alcuni momenti particolari, in alcuni
angoli particolari più appartati, possano accadere scambi sessuali. Non ci
scandalizziamo affatto riferendoci al discordo dell’aids. Perché siamo
assolutamente certi di aver fatto tutto il possibile per far passare il
messaggio del sesso sicuro con il preservativo. Almeno per quello che riguarda
la gestione della nostra iniziativa, cioè quella di Muccassassina. Ma il nostro
lavoro non è si è limitato a Muccassassina, ovviamente, perché il circolo ha un
rapporto con la città. Dirò di più. Ha un contratto con il Ministero della
Sanità e sta portando avanti una campagna di informazione e di prevenzione
sull’aids. E quindi abbiamo il dovere di espletare determinate operazioni di
informazione proprio con i locali gay romani che ospitano centinaia di
omosessuali ogni sera, no? E quindi infatti abbiamo invitato anche qui i
rappresentanti dell’Apeiron, delle Terme di Roma e di altri locali con cui
siamo in contatto e con cui in questi mesi stiamo facendo una campagna di
informazione in collaborazione con il Ministero. Questa campagna consiste nella
distribuzione di depliant specifici di cui potete vedere alcuni lì sul tavolo,
sulla distribuzione di preservativi e su un tavolo di informazione per chiunque
voglia informarsi particolareggiatamente. Quindi noi siamo lavorando in maniera
seria attraverso dei servizi e attraverso delle operazioni concrete nella città
in questo ambito. E siamo assolutamente certi che tutto questo polverone che si
sta’sollevando ora riguardo alle dark sia un polverone assolutamente fasullo,
tendenzioso e che in realtà nasconda un pregiudizio moralista e sessuofobico.
Ripeto, a Roma non esistono luoghi d’incontri specializzati per incontri
sessuali. Ma esistono locali notturni in cui le persone, sto parlando
naturalmente di locali gay, in cui le persone possono benissimo avere momenti
di sesso, ma certamente non di sesso a rischio, certamente non di sesso
scatenato, di sesso cieco con gli occhi chiusi e pronti a qualsiasi gioco
d’azzardo. Non è assolutamente vero. E’ una pura invenzione per cercare di
tamponare questo fenomeno di costume che sta nascendo. I giovani e i meno
giovani omosessuali romani vogliono vivere la loro sessualità. Nessuno dice che
l’unico modo sia quello di avere incontri occasionali in un angolo più o meno
buio di un locale notturno, non è certo quello l’unico modo, ma è un modo
che noi vogliamo difendere perché è una
delle tante possibilità. C’è chi preferisce vivere la sua sessualità
all’interno di un rapporto di coppia, ed è libero di farlo, c’è chi invece,
preferisce saltuariamente, occasionalmente o anche tutte le settimane, avere
incontri con persone diverse e noi crediamo che questa sia una scelta che abbia
lo stesso valore di rispetto, rispetto a quello della coppia o rispetto a
quello del matrimonio etc etc. Quindi il discorso fondamentale è far passare a
tutti il messaggio della prevenzione e su questo noi siamo assolutamente rigidi
e su questo chiediamo la collaborazione stretta ai locali perché appunto noi
abbiamo questa serata di Muccassassina come diceva Vanni Piccolo che è
frequentatissima, ma che facciamo una volta la settimana, la facciamo con scopi
diversi, quelli di raccogliere fondi per la nostra attività. I locali romani
invece sono aperti tutti i giorni ed hanno un pubblico diverso, differenziato e
quindi bisogna che si responsabilizzino di più in questo campo. E comunque devo
dire che abbiamo trovato l’assoluta disponibilità da parte dei locali Apeiron,
Terme di Roma, Hangar..
Voce fuori campo: Sicuramente
anche degli altri..
PINI: Un po’ meno
disponibilità da parte d’altri locali. Per la prima volta però faremo una festa
sul sesso sicuro mercoledi 19 all’alibi e questo è un po’ una conquista.
PICCOLO :La festa di
mercoledi 19 all’alibi rientra nella campagna di prevenzione di cui stavamo
parlando.
PINI: l’Alibi è il più famoso
locale gay romano, ma che si è sempre rifiutato fino ad oggi, lo dichiaro
pubblicamente, si è sempre rifiutato di avere un atteggiamento veramente
collaborativo nei confronti, non tanto del circolo, ma del problema aids. Non
hanno mai distribuito preservativi. Hanno sempre preferito nicchiare perché
sono un’attività puramente commerciale, guardano i soldi, guardano alla cassa.
Diciamo se ne sono sempre strafregati di
questo aspetto. Adesso, finalmente, forse dopo 10 anni di martellamento, siamo
riusciti a convincerli, a pagamento naturalmente, Ci affittano il loro locale
per una sera e noi faremo, ripeto, nell’ambito di questa campagna con il
ministero, una serata nel loro locale, intitolata Sesso Sicuro, e distribuiremo
preservativi a tutti gli avventori. E’ necessario quindi che tutti i locali
romani prendano coscienza di questa realtà, sia che abbiano la dark e sia che
non le abbiano. Non ha nessuna importanza (averle o meno nda). Il messaggio
deve passare comunque perché il rischio non c’è soltanto nel locale. C’è nel
letto, nella casa propria, nella macchina o nel cespuglio. La sessualità è a
rischio ovunque. Non è un rischio nei locali notturni. E’ a rischio ovunque.
Questo è un messaggio permanente che deve passare. Quindi è veramente
terroristico voler abbinare questo concetto di locale notturno con il rischio
aids. Come se usciti dal locale notturno uno fosse libero e tranquillo di avere
rapporti sessuali con chiunque ed è protetto fuori dal locale notturno.
Cerchiamo di essere seri: questi articoli che sono usciti in questi giorni non
sono affatto seri da questo punto di vista. Allora..
GIORNALISTA: una definizione di dark room?
PINI: Le dark room sono
semplicemente degli spazi in cui le persone, se vogliono volontariamente in
maniera del tutto libera, hanno occasionalmente dei momenti di scambio sessuale, che non sono mai dei momenti di
rapporti completi. Non è mai un sesso pesante.
UN’ALTRA GIORNALISTA: ma sono stanze particolari?, ma c’è una
porta? sono dei locali appartati?
PINI: Scusate vorrei chiarire una cosa: In qualsiasi discoteca, in
qualsiasi locale notturno si va per rimorchiare. In qualsiasi locale notturno
sia eterosessuale che omosessuale. Ci sono degli angolini bui in cui le coppiette si sbaciucchiano, si
toccano e cercano di fare il massimo che riescono a fare in uno spazio. Embè
forse gli omosessuali hanno, rispetto alla sessualità meno pruderì,
rispetto alla massa media e quindi sono in grado magari di avere un
mezzo rapporto sessuale, parliamo di masturbazione, tanto per essere concreti e
per capirci. Possono avere un rapporto che termina con la masturbazione
reciproca ad esempio, anche in un angolo buio di un locale notturno. Cosa che
probabilmente non capiterebbe ad una coppia eterosessuale perché è più repressa(CONTINUA)