Quando ho saputo che Aurelio Mancuso stava organizzando il primo convegno (finalmente!) sui gay, trans e lesbiche anziane (insieme ai pensionati della CGIL ) che poi si è tenuto a Roma alla fine di novembre 2012, il mio pensiero è andato ad alcuni di quegli amici e conoscenti di una certa età, (1) che la lunga militanza nel mondo glbt mi aveva fatto incontrare e conoscere. In un modo o nell’altro.
Ho pensato innanzitutto al mio caro amico Massimo Consoli con il quale progettavo di andare a vivere da anziano nella sua villetta bifamiliare alle Frattocchie vicino ai castelli romani, insieme ad Anselmo, Enrico (Dario Bellezza si fermava molto spesso da lui) e a qualche eterosolidale come Andrea..(i nomi dei più cari amici di Massimo sono elencati nel suo libro ANDATA e RITORNO).
“Vedi, Antonio, io ho già la mia comune: di fronte a me abita il mio fratello generale con i miei nipoti e al primo piano mia sorella Annina con altri nipoti. Al secondo piano mio fratello Pio che sta’in America e non penso che ritornerà più. Ti potresti comprare il suo appartamento e ci vieni a vivere con tua madre, lo so che non la lasceresti mai da sola”: ho fatto la stessa cosa con la mia". Ecco quello che aveva dichiarato ad Antonio Veneziani che lo intervistò per il suo libro LA GAIA VECCHIAIA nel 2006:
Per anni, con amici, ho parlato di costruire una grande famiglia allargata, che abitasse nello stesso stabile o in due o tre villette in campagna, vicine. Vivere, trenta, quaranta, cinquanta persone, tutte unite da rapporti d’amore e d’affetto, non solo uniti dal sesso, ma dall’amicizia, dalla simpatia. Mi viene sempre in mente il mondo turco, l’ambiente descritto da Omar Kayamm raccontava di bevute e scopate nei vari quartieri ebraico, cristiano, caldeo. Allora sì, a famiglie allargate, allargatissime, non solo ai gay ma anche di etero, che si aiutano e si scambiano esperienze e affetti”.
Come sappiamo, purtroppo, le cose sono andate diversamente e quella ‘comune’, quel condominio gay & friendly rappresentato molto bene da Ferzan Ozpetek nel suo film le Fate Ignoranti, non riuscimmo a realizzarlo. Le perdite di cari amici ( Dario, Anselmo, Amerigo, della Phonola ) le cattiverie e l’isolamento ricevuto per anni dagli altri leader del movimento gay, lo stress accumulato per i problemi che gli dava l’archivio e quindi l’arrivo del cancro lo portarono, per forza di cose, a ripiegare sul vecchio sistema di più facile realizzazione e da sempre adottato dalla stragrande maggioranza degli omosessuali maturi e neanche troppo benestanti: trovarsi un ragazzo a cui lasciare tutto il patrimonio, adottarlo e garantirsi in tal modo il bastone per la vecchiaia. Così fan tutti.
Anche il vecchietto (ora per fortuna cominciano a svegliarsi anche le donne) eterosessuale, quando è solo o i figli lo hanno abbandonato, fa la stessa cosa: si sposa e lascia i suoi averi alla giovane ‘badante’ di turno, che oggi sono le donne dell’est. Alla faccia di tutti quei parenti che nella vita lo hanno sempre trascurato, criticato e lasciato solo.
Oggi che ho più di 50 anni e che le condizioni economiche me lo permettono, voglio riprendere quel discorso fatto negli anni 90 con Massimo e ampliarlo con un servizio di assistenza agli omosessuali (non solo anziani) in difficoltà economiche. Questo è il problema di fondo che ha sempre riguardato particolarmente il mondo glbt e non è mai stato affrontato dai vari leader del movimento gay. A riprova del fatto che non hanno, ancora oggi, minimamente sviluppato il senso della comunità. E del resto questa è una questione che di certo non si risolverà ricorrendo alle unioni civili e/o il matrimonio gay, visto e considerato che le coppie possono “scoppiare” ( o si può rimanere "vedovi") così da ripiombare velocemente nella singletudine.
(1) Giò Stajano morto l’anno scorso all’età di 79 anni in una casa di riposo pugliese. Riccardo Peloso morto da solo in casa e ritrovato dopo 3 giorni dai suoi amici. Peter Boom morto d’infarto all’età di 74 anni e assistito dal suo compagno.
Nessun commento:
Posta un commento