Amanda Knering, Dario Bellezza e Giò Stajano al Michelagniolo |
il settimanale Men degli anni 70 |
Giò Stajano, Massimo Consoli e Leo Gullotta |
LA VOGLIO RICORDARE PUBBLICANDO UN SUO
VECCHIO ARTICOLO CHE HO RITROVATO SUL NUMERO 48 DI MEN DEL 1970, QUANDO FU INVITATA A PARIGI DA ANDRE' BAUDRY, DIRETTORE DI ARCADIE.
GIO’STAJANO A PARIGI PER IL BANCHETTO ANNUALE DELLA ASSOCIAZIONE OMOFILA FRANCESE
ARCADIE, MON AMOUR
da MEN n. 48 del 30 novembre 1970
Parigi … “perciò, quando
abbiamo ricevuto da parte del direttore di un importante settimanale italiano
la richiesta di accogliere al nostro banchetto annuale anche un rappresentante
del suo giornale..” monsieur André Baudry, direttore di “ ARCADIE”, la rivista
letteraria e scientifica francese che da circa un ventennio è l’organo
ufficiale degli omosessuali di tutto il mondo...stava parlando di me.
Il banchetto era iniziato all’una, nella Salle Lancry, in rue de Lancry, dove oltre cinquecento “Arcadisti” (altrettanti avevano dovuto rinunciare a partecipare al banchetto per l’insufficienza capienza della sala) si erano recati in corteo da rue du Chateau d’Eau dove ha sede il loro club. Salmone rosa con riso alla coreana e discorso di un giovane professore di sociologia della Sorbona. Molto bello (il discorso, e anche il giovane professore, che invocava il riconoscimento degli omosessuali da parte della società). Filetto di vitello alla Villeroy con piselli e funghi trifolati e discorso
Il banchetto era iniziato all’una, nella Salle Lancry, in rue de Lancry, dove oltre cinquecento “Arcadisti” (altrettanti avevano dovuto rinunciare a partecipare al banchetto per l’insufficienza capienza della sala) si erano recati in corteo da rue du Chateau d’Eau dove ha sede il loro club. Salmone rosa con riso alla coreana e discorso di un giovane professore di sociologia della Sorbona. Molto bello (il discorso, e anche il giovane professore, che invocava il riconoscimento degli omosessuali da parte della società). Filetto di vitello alla Villeroy con piselli e funghi trifolati e discorso
dell’amministratore generale onorario della Comedie Francaise. Molto
saporito (il filetto di vitello e il discorso dell’amministratore generale
onorario – una specie del nostro Ghiringhelli, come importanza ufficiale – che raccontava
come il generale De Gaulle non avesse
trovato nulla da eccepire, nel confermargli un incarico così prestigioso, sul
fatto che egli fosse “così”). Pollo arrosto con patatine fritte e insalata
mista e niente discorsi ma, in compenso, fitta conversazione con i miei vicini
di destra e di sinistra, alla tavola
d’onore dove mi è stato assegnato un posto come ospite di riguardo.
Giò Stajano nel 1970 su Arcadie |
Monsieur Pierre Nédra, alla
mia destra, mi spiega che secondo una sua (personalissima) teoria il piacere,
in un amplesso omosessuale, dovrebbe essere doppio di quello procurato da un
amplesso eterosessuale, giacché in questo “agiscono” un uomo che è
fisiologicamente “proiettivo”e una donna che è fisiologicamente “ricettiva”,
mentre in un amplesso omosessuale i due partners sono contemporaneamente
“proiettivi” e “ricettivi”, il che raddoppia “automaticamente” il loro piacere:
provare per credere. Alla mia sinistra, nel frattempo, il presidente del club
di rue du Chateau d’Eau mi confida che adora l’Italia in generale e Roma in
particolare e che ci va “in viaggio di nozze” ogni volta che cambia “marito”.
Finora c’è andato cinque volte. Formaggi
assortiti e discorso di monsieur Baudry. Sono le cinque e mezza passate e siamo
a tavola dall’una. Io ho trascorso la notte in treno (il “Palatino”: partenza
da Roma la sera alle sei e mezza, arrivo a Parigi la mattina alle nove): la
stanchezza e lo stomaco pieno fanno il loro effetto. La “papagna” è inevitabile.
Per fortuna gli occhiali funée mi consentono di chiudere gli occhi, col capo
appoggiato assorto, durante il discorso di monsieur Baudry. “..perciò, quando
abbiamo ricevuto da parte del direttore di un importante settimanale italiano
la richiesta di accogliere al nostro banchetto annuale anche un rappresentante
del suo giornale, siamo stati ben felici di rispondere affermativamente, anche
se i nostri corrispondenti dall’Italia, ai quali abbiamo chiesto informazioni,
ci hanno messi in guardia sulle intenzioni con cui egli sarebbe potuto venire
tra noi, avvertendoci che i suoi articoli sono spesso critici e pungenti nei
confronti degli omosessuali”. La “papagna” svanisce istantaneamente: devo
replicare alle “informazioni”. I miei articoli sono critici e pungenti nei confronti di quegli omosessuali
che meritano critiche e pungolature. Di quelli, per intendersi,c he si
criticano già da soli, dando ragione (col tener nascosta il più possibile la
loro natura) a tutti coloro che ritengono che l’omosessualità sia un
criticabile e vergognoso difetto da tenere, appunto, il più nascosto possibile.
A che serve invocare un riconoscimento da parte della società se si fa tutto il
possibile per non essere “riconosciuti”? Come dovrebbe fare, scusate, la
società a “riconoscere” qualcosa o qualcuno che si ostina a nascondersi persino
a se stesso? Applausi scroscianti. Tra i cinquecento e più partecipanti al
banchetto nella Salle Lancry ci sono funzionari statali, liberi professionisti,
ufficiali delle varie armi, impiegati, commercianti, artigiani, studenti
universitari,operai: ad eccezione di qualche chioma vistosamente biondo-rossa
(neppure una decina in tutto) tra i più giovani, e di qualche sguardo
pateticamente ravvivato da un’idea di bistro (anche questi da contare sule
dieci dita) tra i più venerandi, hanno tutti un aspetto “normalissimo”. Se non
si sapesse che si tratta di una riunione di omosessuali nessuno potrebbe
“sospettare” che tutti quei distinti signori preferiscono l’amore degli uomini
a quello delle donne. C’è perfino, tra gli invitati, un funzionario della
polizia e un rappresentante del prefetto che sono stati pregati di presenziare
alla riunione per constatare con i propri occhi che tutto si svolge nel più
normale dei modi. Potrebbe mai accadere qualcosa di simile in Italia? A
proposito d’Italia: il mio treno (sempre lo stesso Palatino) riparte alle sei e
mezza dalla Gare de Lion. Lascio a metà il gateau-gelato che conclude il
banchetto e mi precipito alla stazione con un taxi. Nella Salle Lancry i cinquecento
Arcadisti, frattanto, hanno cominciato a sturare lo Champagne per brindare a se
stessi ed alla loro reciproca solidarietà. In pace e letiZIA, ovviamente.
Giò Stajano
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