dall' Espresso n.19 del 16 maggio 1993
L'amore senza preservativo. E' l'ultima
pazzia dei giovani americani. Una sfida al virus. Lo fanno gay ed
etero. In locali pubblici e privati. Spesso col primo partner che
capita
di Sandra Cecchi da New York
Costa quanto una pizza e un cinema. Ovvero 25 dollari. Sì, con poco più di 35 mila lire a New York si può fare sesso: singolo o di gruppo, e senza alcuna precauzione. Sfidare l'aids e infischiarsene degli appelli che da anni, come un tormentone, assillano gli americani, è l'ultima frontiera delle notti a luci rosse nella metropoli americana. I kamikaze del sesso, come sono stati ribattezzati, detestano il preservativo. Guardano con noia Liz Taylor che pubblicizza il condom sulla copertina di “Vanity Fair”. Ridono dei corsi di Safe sex, di sesso sicuro, nelle scuole. Eppure, sanno bene che nell'ultimo anno, solo a New York, i casi di aids sono aumentati del 18 per cento, che 56 milioni di americani, ossia uno su cinque, sono affetti da malattie veneree come la gonorrea e l'herpes. E che il tasso d'infezione è destinato a salire. Lo sanno, ma se ne fregano. Fare sesso, per loro, vuol dire rischiare: altrimenti non c'è piacere. Giocare alla roulette russa del sesso è l'ultima follia giovanile di quest'America di fine millennio. Al punto che in texas, a San Antonio, alcune minorenni tra i 14 e i 15 anni), pur di entrare a far parte di una delle più grosse bande giovanili della loro città, hanno accettato una “prova di iniziazione” che consisteva nell'avere rapporti sessuali con alcuni capibanda sieropositivi.
A New York gli indirizzi dei “paradisi
di sesso e di morte”, i locali notturni dove si consuma di tutto,
fellatio e sodomie comprese, e sotto gli occhi di tutti, si trovano
su giornali come il “Village Voice”, “Screw magazine” o
“H-X”, la bibbia dei gay newyorkesi.
Formalmente, questi ritrovi hanno le
carte in regola: cartelli ben in vista sulle pareti ricordano ai
clienti di fare sesso sicuro e “in conformità con le norme dello
Stato di New York”. Ma poi, in realtà nessuno usa il preservativo.
E le pratiche preferite (sesso anale e orale) sono quelle che la
legge definisce “illegali” in quanto ad alto rischio di
trasmissione Aids”.
Secondo il Dipartimento della salute,
a New York ci sono almeno 50 sex-club, due terzi dei quali riservati
ai gay, dove si pratica sesso non protetto. Senza contare le decine
di cinema porno (famoso lo Show Palace, all'incrocio tra l'Ottav,
Avenue e la 43esima strada) dove molti habbituè, più che la sala,
frequentano le stanzette riservate ai piani superiori. E che dire
delle saune! Negli anni 80 furono oggetto di una caccia alle streghe,
in quanto luogo di diffusione dell'aids e, pertanto, chiuse. Ora
riaprono. A Manhattan, l'East side club sulla 56esima strada e il
Maiden Iane a Wall Street, sono sempre gremiti. Offrire sesso
“unsafe” è diventato anche un nuovo business. Prendiamo Le
Trapèze, locale per scambio di coppie sulla 27esima strada,
considerato l'erede del Plato's Retreat, trittico locale degli anni
Settanta per “incontri liberi”. Ebbene: nell'85, dopo la morte
per aids dell'attore Rock Hudson, stava per chiudere. Oggi ha 750
soci onorari e la sua clientela aumenta al ritmo del 30 per cento
all'anno. E' lo “swing club” più famoso di Manhattan, segnalato
perfino dal “New York Times”. L'entrata, rigorosamente riservata
alle coppie, costa 90 dollari e comprende: orgia, massaggi erotici,
un buffet di pessima qualità, consumato tra un amplesso e l'altro;
il bagno in una jacuzzi stile Antica Roma; e, in omaggio alle leggi,
un preservativo che, appena varcata la soglia, i clienti gettano in
un cestino.
Nell'ampia sala a pianterreno e nelle
stanze al piano superiore, corpi nudi sono impegnati in giochi a due,
tre, quattro, su materassi di gomma piuma. In posizione verticale, le
stessa acrobazie sessuali si fanno nei corridoi. In media si cambiano
due o tre partner a sera. Chiedere di usare un condom è ritenuto
un'offesa. Dice il proprietario del locale “Gli eterosessuali
ritengono di non essere così esposti all'Aids, come tutti avevano
fatto loro credere. E allora non si curano di usare tante precauzioni
nel fare l'amore con persone diverse”. “I pazzi ci sono sempre
stati”, commenta John Hepshat dell'associazione People with aids:
“Ma il loro numero sta aumentando vertiginosamente. Gli
eterosessuali si credono immuni. Dicono: “Se non ho preso l'aids
finora, non lo prenderò più”. Come se la malattia fosse stata
sconfitta, debellata, roba da Medioevo, Intendiamoci: nessuno
criminalizza questa riscoperta del sesso. Ma va fatta con le dovute
precauzioni e protezioni”. All'Executive suite di Queens, altro
locale riservato allo scambio delle coppie, i prezzi sono modici
(25 dollari in due) e la clientela è giovane. Qui operano delle
professioniste del sesso, che hanno il compito di riscaldare
l'ambiente. E politica dei prezzi bassi (35 dollari) anche al Phoenix
social club, locale privato a due passi da Wall Street, che ha
inventato la formula della “discoteca più sesso”: il biglietto
garantisce alla coppia sesso e rock2n'roll. Il preservativo? E'
lasciato alla buona volontà dei clienti. Ma le mete preferite dai
kamikaze del sesso sono soprattutto i party privati. In primo luogo
perchè l'ambiente è più discreto. Gli indirizzi non sono alla
portata di tutti: per esempio, bisogna saper leggere tra le righe
degli annunci del “Village Voice”. Poi, è necessaria la
prenotazione, proprio come nel migliori ristoranti. A differenza di
questi ultimi, però, i party privati non sono cari: costano 60
dollari e si svolgono in orari da Cenerentola: iniziano alle 7 del
pomeriggio e terminano intorno alla mezzanotte.
Di queste feste a base di eros ce ne
ono per tutti i gusti. E' sufficiente chiamare il numero prescelto, e
la segreteria telefonica informa dettagliatamente sulle “specialità
della casa”: mercoledì, scambio di coppie, giovedi serata dedicata
ai feticisti, venerdi solo gay; sabato, riservato ai sado maso;
domenica, amore di gruppo. La formula è sempre la stessa: cibo,
pornovideo e ore di anonimo “unsafe sex”, sesso non sicuro. Che
questa tendenza sia in continuo aumento se ne è accorto anche il
“Wall Street Journal”, analizzando i conti delle due più
importanti ditte americane che producono preservativi: la Carter
Wallace Inc. e la Schmid Laboratories. Risultato: la vendita di
condom nell'ultimo anno è diminuita del 4 per cento. A confermare
questi dati è poi arrivato un sondaggio dell'autorevole “Journal
of Science”: solo il 17 per cento degli intervistati ha ammesso di
usare regolarmente il preservativo. Non solo. Dall'inchiesta è
emerso che più di è sessualmente attivi, più si rifiuta il condom.
Questo è vero, per esempio, per gli omosessuali nonostante che i
gay, in America, rappresentano una delle categorie più colpite
dall'Aids. Ma a vedere quel che accade nelle stanze riservate di
certe discoteche, non si direbbe che la paura del terribile contagio
li attanagli. Prendiamo una sera al Limelight, la famosa discoteca di
Chesea sulla Ventesima strada, una chiesa sconsacrata. In una stanza,
mentre in un angolo, nella penombra, si sta svolgendo un'orgia di
soli maschi, dove si pratica sessso orale e anale praticamente con
chi capita, senza neanche guardarsi, in faccia, nel bel mezzo, una
dolla chiusa a cerchio osserva un ragazzo piegato in avanti, le mani
sulle ginocchia, che si concede a tre persone diverse. Scene come
queste si ripetono ogni mercoledi di sera nelle notti di “hot sex”
organizzate dal promoter più famoso nel settore, Marc Berkley.
All'entrata della “blackroom” c'è un cartello che ordina: “Safe
sex only”; qualcun, con un pennarello ha aggiunto una “u” e
una “n”, ossia, “unsafe only”.
D'altra parte, sono proprio i locali
dove i manager chiudono un occhio sull'uso del profilattico quelli
che non conoscono cali di clientela. Il club Usa di Times Square deve
la sua fortuna anche alle notti della domenica, quando la discoteca
viene invasa dai gay e la “blackroom” si riempe come un uovo. E
non è certo un caso che la festa newyorkese più riuscita sia il
Black party che si svolge ogni anno e marzo, nella discoteca
Roseland. Settemila persone, in stragrande maggioranza uomini,
vestite di pelle nera stile sado-maso, per tutta la notte ballano e
fanno sesso “ senza rete” nei corridoi, nei bagni, perfino in
pista. Come se non bastasse, giovani muscolosi si esibiscono in “fist
fucking”, vale a dire penetrazioni con la mano chiusa a pugno.
Certo, i gestori di questi locali sono nel mirino dell'america
puritana. Ma loro si difendono: “ Che cosa dovremmo fare, inseguire
tutti i clienti fin dentro le toillettes e verificare che prima di
fare sesso si siano messi il preservativo?”. Già, che fare? La
città di New York ha avuto un'idea: mandiamo la polizia. Agenti
speciali che controllino, manganello alla mano, che venga
regolarmente usato il preservativo. E la proposta ora viene
raccontata come se fosse una barzelletta.
Nessun commento:
Posta un commento