lunedì 11 aprile 2016

ANGELO PEZZANA: “Trovo che la cosa più bella di tutta la manifestazione sia stata proprio la frase di Bassolino: l’amore non deve conoscere diversità. Il resto, ribadisco, era volgarità e imbecillità


Un modo di vedere, quello di Pezzana risalente a 20 anni fa,  e che è ancora oggi condivisibile da moltissime persone, gay ed etero. Quegli stessi etero che oggi più che mai e a stragrande maggioranza , ribadiscono il loro no al matrimonio ma soprattutto alle adozioni gay. E' questa la questione da risolvere.
 
 
 
PEZZANA: perché fare quelle mascherate ?

 

di Manuela Regoli

 

 

Roma – Gay festosi. Scandalosi gay. Provocazioni bollate come immorali dal cardinal Giordano, vescovo di Napoli, all’indomani della manifestazione dell’” orgoglio omosessuale”. E’ una settimana fa la stessa censura è arrivata dagli abitanti della romana Campo de’ Fiori, teatro di un concerto per affermare, anche questo, l’orgoglio gay.

Omosessualità deve per forza far rima con volgarità? Leopoldo Mastelloni, attore en travestì, omosessuale orgoglioso ante litteram, indignato, rifiuta ogni commento e si trincera dietro un sibillino: “Preferisco non rispondere perché sarebbe come dare voce alle voci di chi non dovrebbe avere voce” Boh!

Angelo Pezzana, fondatore del Fuori nei primi anni ’70, autore di Una autobiografia omosessuale da poco in libreria, è lapidario: “Omosessualità fa spesso rima con volgarità e nel caso della manifestazione di Napoli, pure con stupidità”.

 

Lei ha fatto della provocazione politica uno strumento per ottenere quella che agli inizi degli anni ’70 si chiamava ancora  “liberazione degli omosessuali” e adesso bolla come cretini quelli che manifestano?

 

“Io dico che Grillini, promotore della manifestazione napoletana, non è intelligente. Queste mascherate andavano bene ed erano provocatorie venticinque anni fa”.

Cos’è il suo, un ritorno di fiamma per Oscar Wilde, la clandestinità e “L’amore che non osa dire il suo nome”?

“Quella può avere il fascino dell’antico. Voglio dire che rifare le cose vecchie è da stupidi e il risultato non può che essere volgare. Che senso ha voler dare un pugno nello stomaco a tutti i costi? Scimmiottiamo gli americani e facciamo finta di non sapere che a quella manifestazione c’erano diecimila partecipanti e solo una minoranza sparuta era “mascherata”.

Rivendicazione dei diritti, visibilità. E’ tanto difficile non oltrepassare la soglia della volgarità, del cattivo gusto?

 

“E’ la normalità dell’omosessualità a dover essere resa visibile. Il discorso sulla visibilità è molto bello e giusto, ma nulla ha a che fare con il travestitismo. Anche una donna sarebbe volgare se andasse in giro per la città in calze a rete, boa di struzzo e seno al vento. Quelli che erano alla manifestazione, poi, vivono nella gran parte una normalità che è fatta di abiti gessati, grisaglia. Le effusioni pubbliche danno fastidio anche se a pomiciare è una coppia eterosessuale. Allora, mi chiedo, che senso ha voler infastidire il prossimo, offenderlo, a tutti i costi?

 

I più infastiditi, nel caso di Napoli, sembrano essere i militanti di destra. Il segretario del Msi Fiamma tricolore, ha definito la manifestazione “squallido e obbrobrioso spettacolo”. An se la prende con Bassolino affermando che la sua solidarietà agli omosessuali, la dice lunga su di lui.

 

“Trovo che la cosa più bella di tutta la manifestazione sia stata proprio la frase di Bassolino: l’amore non deve conoscere diversità. Il resto, ribadisco, era volgarità e imbecillità”.

 

Nel suo libro se la prende con quella parte della sinistra che accusa gli omosessuali di esibizionismo. Non sono le stesse “colpe” che la spingono ora a condannare l’Arcigay?

 

 

“Ma no, poverini. Gli hanno dato questa sorta di recintino in cui sfogarsi di tanto in tanto ed è sempre meglio di niente. Quello di cui parlo nel mio libro è il fastidio che la visibilità, il fare della propria condizione un momento rivendicativo, disturbasse l’acquiescenza a cui ci aveva abituati la cultura eterosessuale”:

 

Lei ricorda spesso, come solo vent’anni fa, perfino il termine omosessuale, fosse evitato. Quando non erano “pervertiti”i gay erano “invertiti”, “diversi”, “finocchi” e pure qualcosa di peggio. C’è ancora bisogno di agitarsi tanto?

 

“Una delle accuse che ci muovono è, non a caso, l’isteria. Altro non è che una specie di arrabbiatura mancata. Un fenomeno tipico di chi non ha potere. Come le donne. Ed anche per questo trovo volgari e stupide le “mascherate”. Tentare di ridurre l’omosessuale a una “femmina” fa parte proprio di quella cultura che ghettizza donne e gay riducendoli allo stesso livello: un gradino al di sotto di sé”.

 

IL MESSAGGERO  2 LUGLIO 1996

 

 

 

 

 

 

 

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