mercoledì 6 giugno 2012

AIDS? CHI SE NE FREGA

ripubblico un articolo riguardante un tema di scottante attualità

dall' Espresso   n.19  del 16 maggio  1993

L'amore senza preservativo. E' l'ultima pazzia dei giovani americani. Una sfida al virus. Lo fanno gay ed etero. In locali pubblici e privati. Spesso col primo partner che capita



di Sandra Cecchi da New York


Costa quanto una pizza e un cinema. Ovvero 25 dollari. Sì, con poco più di 35 mila lire a New York si può fare sesso: singolo o di gruppo, e senza alcuna precauzione. Sfidare l'aids e infischiarsene degli appelli che da anni, come un tormentone, assillano gli americani, è l'ultima frontiera delle notti a luci rosse nella metropoli americana. I kamikaze del sesso, come sono stati ribattezzati, detestano il preservativo. Guardano con noia Liz Taylor che pubblicizza il condom sulla copertina di “Vanity Fair”. Ridono dei corsi di Safe sex, di sesso sicuro, nelle scuole. Eppure, sanno bene che nell'ultimo anno, solo a New York, i casi di aids sono aumentati del 18 per cento, che 56 milioni di americani, ossia uno su cinque, sono affetti da malattie veneree come la gonorrea e l'herpes. E che il tasso d'infezione è destinato a salire. Lo sanno, ma se ne fregano. Fare sesso, per loro, vuol dire rischiare: altrimenti non c'è piacere. Giocare alla roulette russa del sesso è l'ultima follia giovanile di quest'America di fine millennio. Al punto che in texas, a San Antonio, alcune minorenni tra i 14 e i 15 anni), pur di entrare a far parte di una delle più grosse bande giovanili della loro città, hanno accettato una “prova di iniziazione” che consisteva nell'avere rapporti sessuali con alcuni capibanda sieropositivi.

A New York gli indirizzi dei “paradisi di sesso e di morte”, i locali notturni dove si consuma di tutto, fellatio e sodomie comprese, e sotto gli occhi di tutti, si trovano su giornali come il “Village Voice”, “Screw magazine” o “H-X”, la bibbia dei gay newyorkesi.

Formalmente, questi ritrovi hanno le carte in regola: cartelli ben in vista sulle pareti ricordano ai clienti di fare sesso sicuro e “in conformità con le norme dello Stato di New York”. Ma poi, in realtà nessuno usa il preservativo. E le pratiche preferite (sesso anale e orale) sono quelle che la legge definisce “illegali” in quanto ad alto rischio di trasmissione Aids”.

Secondo il Dipartimento della salute, a New York ci sono almeno 50 sex-club, due terzi dei quali riservati ai gay, dove si pratica sesso non protetto. Senza contare le decine di cinema porno (famoso lo Show Palace, all'incrocio tra l'Ottav, Avenue e la 43esima strada) dove molti habbituè, più che la sala, frequentano le stanzette riservate ai piani superiori. E che dire delle saune! Negli anni 80 furono oggetto di una caccia alle streghe, in quanto luogo di diffusione dell'aids e, pertanto, chiuse. Ora riaprono. A Manhattan, l'East side club sulla 56esima strada e il Maiden Iane a Wall Street, sono sempre gremiti. Offrire sesso “unsafe” è diventato anche un nuovo business. Prendiamo Le Trapèze, locale per scambio di coppie sulla 27esima strada, considerato l'erede del Plato's Retreat, trittico locale degli anni Settanta per “incontri liberi”. Ebbene: nell'85, dopo la morte per aids dell'attore Rock Hudson, stava per chiudere. Oggi ha 750 soci onorari e la sua clientela aumenta al ritmo del 30 per cento all'anno. E' lo “swing club” più famoso di Manhattan, segnalato perfino dal “New York Times”. L'entrata, rigorosamente riservata alle coppie, costa 90 dollari e comprende: orgia, massaggi erotici, un buffet di pessima qualità, consumato tra un amplesso e l'altro; il bagno in una jacuzzi stile Antica Roma; e, in omaggio alle leggi, un preservativo che, appena varcata la soglia, i clienti gettano in un cestino.

Nell'ampia sala a pianterreno e nelle stanze al piano superiore, corpi nudi sono impegnati in giochi a due, tre, quattro, su materassi di gomma piuma. In posizione verticale, le stessa acrobazie sessuali si fanno nei corridoi. In media si cambiano due o tre partner a sera. Chiedere di usare un condom è ritenuto un'offesa. Dice il proprietario del locale “Gli eterosessuali ritengono di non essere così esposti all'Aids, come tutti avevano fatto loro credere. E allora non si curano di usare tante precauzioni nel fare l'amore con persone diverse”. “I pazzi ci sono sempre stati”, commenta John Hepshat dell'associazione People with aids: “Ma il loro numero sta aumentando vertiginosamente. Gli eterosessuali si credono immuni. Dicono: “Se non ho preso l'aids finora, non lo prenderò più”. Come se la malattia fosse stata sconfitta, debellata, roba da Medioevo, Intendiamoci: nessuno criminalizza questa riscoperta del sesso. Ma va fatta con le dovute precauzioni e protezioni”. All'Executive suite di Queens, altro locale riservato allo scambio delle coppie, i prezzi sono modici (25 dollari in due) e la clientela è giovane. Qui operano delle professioniste del sesso, che hanno il compito di riscaldare l'ambiente. E politica dei prezzi bassi (35 dollari) anche al Phoenix social club, locale privato a due passi da Wall Street, che ha inventato la formula della “discoteca più sesso”: il biglietto garantisce alla coppia sesso e rock2n'roll. Il preservativo? E' lasciato alla buona volontà dei clienti. Ma le mete preferite dai kamikaze del sesso sono soprattutto i party privati. In primo luogo perchè l'ambiente è più discreto. Gli indirizzi non sono alla portata di tutti: per esempio, bisogna saper leggere tra le righe degli annunci del “Village Voice”. Poi, è necessaria la prenotazione, proprio come nel migliori ristoranti. A differenza di questi ultimi, però, i party privati non sono cari: costano 60 dollari e si svolgono in orari da Cenerentola: iniziano alle 7 del pomeriggio e terminano intorno alla mezzanotte.

Di queste feste a base di eros ce ne ono per tutti i gusti. E' sufficiente chiamare il numero prescelto, e la segreteria telefonica informa dettagliatamente sulle “specialità della casa”: mercoledì, scambio di coppie, giovedi serata dedicata ai feticisti, venerdi solo gay; sabato, riservato ai sado maso; domenica, amore di gruppo. La formula è sempre la stessa: cibo, pornovideo e ore di anonimo “unsafe sex”, sesso non sicuro. Che questa tendenza sia in continuo aumento se ne è accorto anche il “Wall Street Journal”, analizzando i conti delle due più importanti ditte americane che producono preservativi: la Carter Wallace Inc. e la Schmid Laboratories. Risultato: la vendita di condom nell'ultimo anno è diminuita del 4 per cento. A confermare questi dati è poi arrivato un sondaggio dell'autorevole “Journal of Science”: solo il 17 per cento degli intervistati ha ammesso di usare regolarmente il preservativo. Non solo. Dall'inchiesta è emerso che più di è sessualmente attivi, più si rifiuta il condom. Questo è vero, per esempio, per gli omosessuali nonostante che i gay, in America, rappresentano una delle categorie più colpite dall'Aids. Ma a vedere quel che accade nelle stanze riservate di certe discoteche, non si direbbe che la paura del terribile contagio li attanagli. Prendiamo una sera al Limelight, la famosa discoteca di Chesea sulla Ventesima strada, una chiesa sconsacrata. In una stanza, mentre in un angolo, nella penombra, si sta svolgendo un'orgia di soli maschi, dove si pratica sessso orale e anale praticamente con chi capita, senza neanche guardarsi, in faccia, nel bel mezzo, una dolla chiusa a cerchio osserva un ragazzo piegato in avanti, le mani sulle ginocchia, che si concede a tre persone diverse. Scene come queste si ripetono ogni mercoledi di sera nelle notti di “hot sex” organizzate dal promoter più famoso nel settore, Marc Berkley. All'entrata della “blackroom” c'è un cartello che ordina: “Safe sex only”; qualcun, con un pennarello ha aggiunto una “u” e una “n”, ossia, “unsafe only”.

D'altra parte, sono proprio i locali dove i manager chiudono un occhio sull'uso del profilattico quelli che non conoscono cali di clientela. Il club Usa di Times Square deve la sua fortuna anche alle notti della domenica, quando la discoteca viene invasa dai gay e la “blackroom” si riempe come un uovo. E non è certo un caso che la festa newyorkese più riuscita sia il Black party che si svolge ogni anno e marzo, nella discoteca Roseland. Settemila persone, in stragrande maggioranza uomini, vestite di pelle nera stile sado-maso, per tutta la notte ballano e fanno sesso “ senza rete” nei corridoi, nei bagni, perfino in pista. Come se non bastasse, giovani muscolosi si esibiscono in “fist fucking”, vale a dire penetrazioni con la mano chiusa a pugno. Certo, i gestori di questi locali sono nel mirino dell'america puritana. Ma loro si difendono: “ Che cosa dovremmo fare, inseguire tutti i clienti fin dentro le toillettes e verificare che prima di fare sesso si siano messi il preservativo?”. Già, che fare? La città di New York ha avuto un'idea: mandiamo la polizia. Agenti speciali che controllino, manganello alla mano, che venga regolarmente usato il preservativo. E la proposta ora viene raccontata come se fosse una barzelletta.


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