sabato 26 novembre 2016

RICORDANDO DORIANO GALLI, PIONIERE DELLE UNIONI CIVILI IN ITALIA


 

 

 

 
Doriano Galli (1952-2008)
segretario della lega - Adele Faccio- per i diritti sessuali della persona
 
 
 
 

             Sento il bisogno e il dovere di ricordare Doriano Galli di cui ho appreso da poco tempo la notizia della sua morte avvenuta oramai otto anni fa  l’11 marzo del 2008, all’età di 56 anni.
Doriano si era schierato consapevolmente  dalla parte dei perdenti, ma è andato avanti con le sue idee per tutta la  sua esistenza, senza mai retrocedere e vendersi al miglior offerente.  Militante del  Partito Radicale, dopo lo scioglimento del FUORI ( a cui aderì dal 1974) proseguì il suo impegno politico e sociale con la Lega Adele Faccio per i diritti sessuali della persona.

Doriano Galli con Adele Faccio
 
             E’ passato alla storia del movimento gay italiano già da quando era in vita, per aver fatto esplodere la bomba del “ matrimonio” tra omosessuali nei primissimi anni ottanta (anche se ci lavorava dal 1972) –  quando cioè  fra i vari Consoli, Bellezza e Pezzana si teorizzava la fine della famiglia  - e a farlo diventare il cavallo di battaglia di tutto il movimento glbt,  praticamente fino ai giorni nostri.  Era dispiaciuto per come la sinistra, prendendo in mano le redini del movimento glbt,  stesse facendo vivere in locali-ghetto  gli omosessuali  nel nostro Paese, senza conferirgli un minimo di dignità e per giunta arricchendosi sulla loro pelle. Era orgogliosamente omosessuale e orgogliosamente frocio! Una volta trascinò in tribunale un tizio solo perché lo aveva definito gay e non omosessuale!  Ma erano altri tempi. E poi le battaglie per il divorzio e l’aborto e per i diritti delle donne. Aprì, in epoca non sospetta, quando cioè non si attivavano le strutture per poi richiedere i finanziamenti pubblici allo Stato,  uno dei primi consultori rivolti a tutti, dove insegnare alla gente la contraccezione e  a prevenire le malattie veneree (nel 1977 presentò il suo libro sulle malattie veneree all’OMPOS di Consoli ) .  E ancora la cancellazione dalla lista di malattie mentali  da parte dell’O.M.S. dell’omosessualità ..e poi l’esenzione dal servizio militare, la difesa dei transessuali, la battaglia contro l’Università Cattolica e Agostino Gemelli e le denunce contro i cardinali omofobi e l’ingerenza del Vaticano.

Doriano Galli 1994
 


         Nel 2005  lo  accompagnai in tribunale in quella che, probabilmente, sarebbe stata la sua ultima battaglia. A differenza delle unioni “famose” del 1981 e del 1988, quella volta  andò male perché la cancelliera  si rifiutò di ratificare l’atto della sua quinta convivenza more uxorio “. “Deve aver ricevuto pressioni dall’alto” confidò al Corriere della Sera.  Come non credergli. Doriano protesta scrivendo inutilmente  a Ciampi,  a chi invece dovrebbe garantire l’applicazione della carta costituzionale, ricordandogli che “Il suo atto di convivenza del 1981,   portato a Strasburgo dall’on.le Vera Squarcialupi provocò la Risoluzione Roth, e quindi, la riforma Zapatero, in Spagna. L’Italia si confermò anche in questo campo , faro del diritto. Ora  non facciamola diventare  il fanalino di coda dell’Europa”.
 

               All’indomani delle “niente nozze gay”come scrisse il Tempo,  da parte dell’associazionismo ufficiale glbt, a parte Imma Battaglia di Di’Gay Project, NGL, Alba Montori e pochi altri,  non arrivò nessun attestato di solidarietà.

 

Non mi meraviglio quindi che anche la  sua morte sia passata inosservata.
     
Doriano Galli 2005
          Caro Doriano,  ti voglio ricordare cosi, mentre passeggi  a ridosso delle mura vaticane dove abitavi, con il bastone , il sigaro in bocca, la barba  incolta, la tua voce baritonale e portando a spasso il tuo cane di nome Frocetto.

P.S. Ti mandano i loro saluti e ringraziamenti anche Adriano e Marco perché grazie alle tue informazioni fornitegli, 10 anni fa, ottennero uno stato di famiglia dal loro Municipio, e in tal modo  riuscirono  a risolvere un po’ di problemi.

P.P.S. Un movimento gay riconoscente avrebbe dovuto dedicare a lui l’approvazione della “legge Cirinnà”:   è ancora in tempo per farlo.

Antonio Di Giacomo

 
 


               

 



 

 

 

 

 

  

 

 

 

 

 

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